Ciao Claudia,
non posso che confermare in toto quello che ti ha scritto Sergio: nella ricostruzione di un confine cartografico il rilievo è la cosa fondamentale, tutte le successive elaborazioni, pur applicando le corrette procedure, non hanno alcun senso se gli dai in pasto un rilievo approssimativo o, peggio, con dati derivanti da più fonti messi insieme grossolanamente.
Nel tuo caso, data l'incertezza aggiuntiva costituita dalla mancanza del foglio d'impianto del confine, il rilievo è addirittura ancora più importante. In questa situazione, infatti, dovresti rilevare in campagna quanti più possibili elementi che possano trovare un riscontro con la mappa, e cioè:
- Punti di inquadramento: elementi stabili (fabbricati, termini, ecc.) presenti in mappa, meglio se vicini al confine, ma anche lontani in caso di mancanza nelle vicinanze.
- Punti significativi del foglio d'impianto mancante, come strade, corsi d'acqua e termini segnati in mappa. Questi punti possono servire per un'ulteriore conferma dell'inquadramento dato dai punti di cui sopra. Infatti, quando tu dici "ho notato che cambiando punti di appoggio il confine cambia di metri ....", significa che devi fare un'ulteriore indagine per capire quali hanno maggior rispondenza mappa-realtà. E questa valutazione la puoi fare appunto mettendo a confronto il foglio di visura del confine con tutti gli elementi citati (strade, fossi, termini, ecc.).
- Trigonometrici, cioè punti di coordinate cartografiche analitiche che ti permettono di correggere l'errore di rotazione dovuto all'extrapolazione del confine rispetto ai punti di inquadramento.
Voglio dire, se c'è un caso in cui va svolto un rilievo esteso, dettagliato e minuzioso, questo tuo è proprio quel caso. Dopodiché, le elaborazioni (georeferenziazioni e rototraslazioni) ne puoi fare quante vuoi prendendo in esame tutta quella serie di elementi che hai rilevato fino ad arrivare alla soluzione tecnicamente più valida, quella cioè per cui nessun altro tecnico possa dirti di averne trovato una migliore.
A quel punto, e solo a quel punto, davanti ai risultati di tale soluzione, potrai valutare se gli stessi sono a tuo favore sul confine, oppure se invece non lo sono; nel qual caso potrai anche parcheggiare tutto nel cassetto, facendo leva in sede giudiziale su altri mezzi di prova, ammesso che ne disponi.
Ad esempio, prendiamo il famoso albero che tu sostieni cotituiva il limite della tua proprietà, non riesci a dimostrare con le foto aeree che si trovava da decenni sul confine del terreno posseduto da te o dal precedente proprietario?
Tornando invece sulle elaborazioni, riprendo questo tuo passaggio:
senza fare la rotazione dei punti di tracciamento il confine sembrava tornare abbastanza nel punto 101 che è quello che rispetto alla realtà scarta di +
poi come ho fatto rototraslare i punti di tracciamento purtroppo è tornato a traslare sul lato monte della scarpata ed ho perso 1 metro ...
Non capisco di quale rotazione parli, Geocat non fa nessuna rotazione dei punti di tracciamento (cioè del confine). A scanso di possibile confusione, ti riassumo la procedura delle riconfinazioni da mappa:
- tu hai alcuni punti di inquadramento presenti sia in mappa che sul posto;
- il confine invece ce l'hai solo sulla mappa;
- tramite opportuana georeferenziazione reperisci sulla mappa le coordinate cartografiche sia dei punti di inquadramento che dei punti del confine;
- fai il rilievo dei punti di inquadramento sul posto, lo calcoli e ottiene le coordinate locali (e non cartografiche) dei punti di inquadramento;
- rototrasli il rilievo sulla mapa in funzione dei punti di inquadramento mediante rototraslazione "rigida", cioè senza variazione di scala; questa operazione non fa altro che restituire il rilievo in coordinate cartografiche, senza alterarlo nemmeno di 1 mm;
- valuti gli scarti dei punti di inquadramento e fai le dovute esclusioni o, se del caso, correggi la rotazione mediante uno o più trigonometrici distanti;
- a questo punto, hai riportato il rilievo nel sistema di riferimento della mappa, cioè in coordinate cartografiche;
- come vedi, fino a qui il confine non è mai entrato in gioco, è ancora lì con le sue coordinate cartografiche reperite dalla mappa georeferenziata (punto 3);
- l'unica operazione che viene fatta sui punti del confine è la scalatura (applicazone della variazione di scala) della mappa per adattarla alla reltà dei luoghi;
- i punti del confine non vengono quindi né ruotati né rototraslati, ma solo varaiti di scala in funzione del fattore risultante tra mappa e rilievo sui punti di inquadramento;
- infine, avendo sia il rilievo che il confine entrambi in coordinate cartografiche, calcoli i dati per andare a tracciare il confine sul posto.
Ciao Claudia,
non posso che confermare in toto quello che ti ha scritto Sergio: nella ricostruzione di un confine cartografico il rilievo è la cosa fondamentale, tutte le successive elaborazioni, pur applicando le corrette procedure, non hanno alcun senso se gli dai in pasto un rilievo approssimativo o, peggio, con dati derivanti da più fonti messi insieme grossolanamente.
Nel tuo caso, data l'incertezza aggiuntiva costituita dalla mancanza del foglio d'impianto del confine, il rilievo è addirittura ancora più importante. In questa situazione, infatti, dovresti rilevare in campagna quanti più possibili elementi che possano trovare un riscontro con la mappa, e cioè:
- Punti di inquadramento: elementi stabili (fabbricati, termini, ecc.) presenti in mappa, meglio se vicini al confine, ma anche lontani in caso di mancanza nelle vicinanze.
- Punti significativi del foglio d'impianto mancante, come strade, corsi d'acqua e termini segnati in mappa. Questi punti possono servire per un'ulteriore conferma dell'inquadramento dato dai punti di cui sopra. Infatti, quando tu dici "_ho notato che cambiando punti di appoggio il confine cambia di metri ...._", significa che devi fare un'ulteriore indagine per capire quali hanno maggior rispondenza mappa-realtà. E questa valutazione la puoi fare appunto mettendo a confronto il foglio di visura del confine con tutti gli elementi citati (strade, fossi, termini, ecc.).
- Trigonometrici, cioè punti di coordinate cartografiche analitiche che ti permettono di correggere l'errore di rotazione dovuto all'extrapolazione del confine rispetto ai punti di inquadramento.
Voglio dire, se c'è un caso in cui va svolto un rilievo esteso, dettagliato e minuzioso, questo tuo è proprio quel caso. Dopodiché, le elaborazioni (georeferenziazioni e rototraslazioni) ne puoi fare quante vuoi prendendo in esame tutta quella serie di elementi che hai rilevato fino ad arrivare alla soluzione tecnicamente più valida, quella cioè per cui nessun altro tecnico possa dirti di averne trovato una migliore.
A quel punto, e solo a quel punto, davanti ai risultati di tale soluzione, potrai valutare se gli stessi sono a tuo favore sul confine, oppure se invece non lo sono; nel qual caso potrai anche parcheggiare tutto nel cassetto, facendo leva in sede giudiziale su altri mezzi di prova, ammesso che ne disponi.
Ad esempio, prendiamo il famoso albero che tu sostieni cotituiva il limite della tua proprietà, non riesci a dimostrare con le foto aeree che si trovava da decenni sul confine del terreno posseduto da te o dal precedente proprietario?
Tornando invece sulle elaborazioni, riprendo questo tuo passaggio:
>senza fare la rotazione dei punti di tracciamento il confine sembrava tornare abbastanza nel punto 101 che è quello che rispetto alla realtà scarta di +
poi come ho fatto rototraslare i punti di tracciamento purtroppo è tornato a traslare sul lato monte della scarpata ed ho perso 1 metro ...
Non capisco di quale rotazione parli, Geocat non fa nessuna rotazione dei punti di tracciamento (cioè del confine). A scanso di possibile confusione, ti riassumo la procedura delle riconfinazioni da mappa:
1. tu hai alcuni punti di inquadramento presenti sia in mappa che sul posto;
- il confine invece ce l'hai solo sulla mappa;
- tramite opportuana georeferenziazione reperisci sulla mappa le coordinate cartografiche sia dei punti di inquadramento che dei punti del confine;
- fai il rilievo dei punti di inquadramento sul posto, lo calcoli e ottiene le coordinate locali (e non cartografiche) dei punti di inquadramento;
- rototrasli il rilievo sulla mapa in funzione dei punti di inquadramento mediante rototraslazione "rigida", cioè senza variazione di scala; questa operazione non fa altro che restituire il rilievo in coordinate cartografiche, senza alterarlo nemmeno di 1 mm;
- valuti gli scarti dei punti di inquadramento e fai le dovute esclusioni o, se del caso, correggi la rotazione mediante uno o più trigonometrici distanti;
- a questo punto, hai riportato il rilievo nel sistema di riferimento della mappa, cioè in coordinate cartografiche;
- come vedi, fino a qui il confine non è mai entrato in gioco, è ancora lì con le sue coordinate cartografiche reperite dalla mappa georeferenziata (punto 3);
- l'unica operazione che viene fatta sui punti del confine è la scalatura (applicazone della variazione di scala) della mappa per adattarla alla reltà dei luoghi;
- i punti del confine non vengono quindi né ruotati né rototraslati, ma solo varaiti di scala in funzione del fattore risultante tra mappa e rilievo sui punti di inquadramento;
- infine, avendo sia il rilievo che il confine entrambi in coordinate cartografiche, calcoli i dati per andare a tracciare il confine sul posto.
A presto, geom. Gianni Rossi
edited Feb 7 '20 a 1:42 pm